Si sta parlando molto di salari ultimamente e la ribalta di questo argomento ci porta ad analizzare anche ciò che accade nel resto del mondo.
Cosa succede negli Stati Uniti, il paese capitalista per eccellenza? Un recentissimo studio dell’Institute for Policy Studies mostra come la cosiddetta “forbice” tra gli stipendi degli amministratori delegati e quelli dei loro dipendenti sia diventata sempre più larga.
Lo stipendio di un Ceo è 670 volte superiore a quello dei suoi dipendenti, il compenso annuale arriva ai 10,6 milioni di dollari a fronte di quello dei lavoratori è di 23.968 dollari. Sono state analizzate 300 aziende e in 47 di quelle analizzate è stata superata la proporzione di 1 a 1000, con una crescita media degli stipendi dei Ceo di 2.5 milioni a fronte di quella dei dipendenti di 3.556 dollari.
Inoltre, in un’azienda su tre risulterebbe una crescita degli stipendi inferiore all’inflazione. Altri dati riguardano i contratti federali delle aziende e vengono poi isolati dei casi specifici di ceo, tra cui quelli di: Amazon (212,7 milioni di dollari), di Esteé Lauder (66 milioni), di Penn National Gaming (65,9 milioni di dollari).
La sproporzione è obiettiva, ma l’opinione pubblica mondiale in questo momento sta iniziando a tenere gran conto di tutti questi temi e la riflessione è già in atto. Il lavoro sta cambiando, l’abbiamo visto con la pandemia e a cambiare saranno presto anche la concezione dei salari e ciò che ruota intorno, come già sta accadendo in Germania, nel segno di una maggiore equità e benessere collettivo meglio distribuito.
Tutto cambia, anche il mondo del lavoro e a noi non resta che stare al passo!
Cerchi lavoro? Contattaci!