Il contratto di somministrazione è uno dei numerosi strumenti messi a disposizione dal nostro ordinamento per regolare i rapporti di lavoro ed è, ad oggi, anche uno dei più vantaggiosi per le aziende.
L’agenzia per il lavoro svolge un ruolo prezioso di “intermediazione” per l’azienda, ricercando al posto suo il personale, selezionandolo e prendendolo in carico. Questo aspetto diventa cruciale nei periodi in cui le aziende sono maggiormente indaffarate nella ricerca personale e hanno, per tale motivo, meno tempo da impiegare per attuarla nel migliore dei modi.
I soggetti coinvolti sono:
- il lavoratore alla ricerca di impiego;
- il somministratore, ossia l’APL autorizzata:
- l’azienda presso la quale il lavoratore svolgerà l’impiego.
I contratti di somministrazione possono essere di due tipi:
- a tempo determinato, quindi per un periodo prestabilito (non rinnovabile per più di 6 volte e non oltre i 24 mesi);
- a tempo indeterminato, detto anche “staff leasing”, per un periodo di tempo continuativo.
Grande è il vantaggio per l’azienda che stipula un contratto di somministrazione, perché colloqui, pratiche amministrative da sbrigare e l’intera operazione della selezione del lavoro spettano all’agenzia, sgravando l’azienda di importanti compiti, incluso quello della retribuzione del lavoratore, che sarà pagato direttamente dall’agenzia per il lavoro. Spetta sempre all’agenzia il versamento dei contributi Inps e dei premi Inail.
Agenzia ed azienda si accordano dunque in merito alle commissioni spettanti e ai ruoli da prendere in carico. La scelta di un’agenzia affidabile, in grado di garantire un’ottima qualità del servizio, diventa una sorta di investimento per l’azienda, che paga una commissione ma risparmia su servizi ed incombenze che invece spetterebbero in caso di assunzione senza il tramite dell’agenzia.