Detassazione premi di produttività: disponibile il Report al 15 febbraio 2023

Il report sull’andamento dei premi di produttività, pubblicato il 15 febbraio 2023, analizza i dati relativi ai premi di produttività previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro depositati presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’indagine è basata sui dati relativi ai contratti depositati fino al 31 dicembre 2022. Secondo il report, nel 2022 sono stati depositati presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 1.439 contratti collettivi nazionali di lavoro.
Di questi, il 62,2% prevede l’istituzione di un premio di produttività per i lavoratori. Il premio di produttività previsto dai contratti analizzati può essere erogato in diversi modi, tra cui un premio annuale, un premio legato alla produttività dell’azienda, un premio legato ai risultati individuali dei lavoratori o un premio legato al raggiungimento di obiettivi collettivi. Il valore medio del premio di produttività previsto dai contratti analizzati è pari a 831,20 euro annui per lavoratore, con un aumento del 2,2% rispetto all’anno precedente. Il valore del premio varia a seconda del settore di appartenenza del lavoratore: il settore delle costruzioni prevede il premio più alto (1.174,26 euro), seguito dal settore dell’industria (925,34 euro) e dal settore dei servizi (645,06 euro).
Il report evidenzia anche una maggiore diffusione dei premi di produttività tra le grandi imprese, rispetto alle piccole e medie imprese. Infatti, il 70,9% dei contratti collettivi nazionali di lavoro depositati dalle grandi imprese prevede l’istituzione di un premio di produttività, rispetto al 53,3% delle piccole e medie imprese. Nei dati analizzati risulta anche una diffusa disomogeneità tra le diverse regioni italiane, con un maggior numero di contratti collettivi nazionali di lavoro depositati in alcune regioni rispetto ad altre. Ad esempio, il 20,7% dei contratti depositati proviene dalla regione Lombardia, seguita dalla regione Lazio (10,1%) e dalla regione Emilia-Romagna (9,9%). 

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