Maturità 2023: si torna alla normalità. Il punto di vista di insegnanti e dirigenti

Con la maturità alle porte, che, dopo due anni in versione “light” ritorna alla normalità, Corriere Azienda ha deciso di ascoltare il parere di insegnanti e dirigenti. In particolare abbiamo ascoltato la dirigente dell’ISIS Fossombroni di Grosseto, prof.ssa Francesca Dini e il prof. Giacomo Moscato, insegnante di italiano e storia

“Condivido la decisione di ritornare alla normalità e proporre prove scritte ministeriali: i ragazzi devono avere piena consapevolezza che alla fine del loro percorso di studi sono attesi da una prova che richiede dedizione costante durante l’intero triennio. Con un esame semplificato l’impegno profuso non sarebbe lo stesso”. Queste le prime impressioni della Dirigente Scolastica di una delle principali scuole di Grosseto, che non si è detta preoccupata dell’eventuale gap formativo scaturito dalla didattica a distanza. “Ritengo che i ragazzi del nostro Istituto non abbiano risentito eccessivamente dell’utilizzo didattica a distanza perché, con tutte le difficoltà del caso, il dialogo educativo non si è mai interrotto: abbiamo attivato tempestivamente le piattaforme che hanno consentito ai nostri studenti di non perdere  le lezioni e, una volta tornati in presenza, nelle classi in cui abbiamo ravvisato criticità, abbiamo subito attivato corsi di recupero e potenziamento. I ragazzi delle classi quinte che si sono diplomati lo scorso anno, infatti, hanno ottenuto degli ottimi risultati. Per tali ragioni ritengo che i tempi siano maturi per il ritorno alla normalità”. Anche per quel che concerne la commissione “mista”, formata da tre docenti interni e tre esterni, la dirigente si è mostrata d’accordo con le scelte del Ministro Validatara. “La presenza di una commissione mista è fondamentale affinché la valutazione possa essere il più veritiera possibile: effettuare un colloquio orale valutato solo dai docenti interni può avere conseguenze negative sulla valutazione, sia in positivo che in negativo a causa di quello che mi piace definire l’effetto alone: gli insegnanti interni conoscono bene i propri studenti e possono avere, loro malgrado, aspettative e pregiudizi che potrebbero minare l’imparzialità della valutazione. Personalmente, preferirei una commissione con tutti membri esterni e un unico docente interno, scelto dal Consiglio di Classe”. A conclusione della nostra intervista, abbiamo chiesto alla dirigente cosa cambierebbe, se ne avesse facoltà, dell’esame di maturità. “Mi piacerebbe che la seconda prova per i licei scientifici comprendesse anche quesiti di fisica e non solo di matematica, così come avvenne nel 2019. Sicuramente sarebbe più completa”. Il prof. Giacomo Moscato, non si è mostrato completamente in linea con le decisioni ministeriali. “Non sono convinto che gli studenti siano pronti ad un esame di maturità tradizionale: probabilmente sarebbe stato più corretto stabilire una modalità unica per l’intero ciclo di studenti che ha vissuto la pandemia e ha trascorso un periodo in didattica a distanza. Il livello di preparazione, a mio avviso, non è lo stesso rispetto agli studenti che hanno trascorso l’intero quinquennio in presenza. Inoltre – prosegue il prof. Moscato – ho riscontrato che i ragazzi delle classi prime degli ultimi anni siano meno maturi rispetto a quelli di qualche anno fa, chiaro sintomo che un segno, la pandemia, l’ha lasciato”. Per quel che concerne commissione e modalità di svolgimento dell’esame: “La commissione mista è la soluzione migliore: ritengo che gli allievi, durante i colloqui, debbano rapportarsi sia con docenti che conoscono il loro livello di preparazione che con docenti sconosciuti. Personalmente avrei preferito una seconda prova non ministeriale, preparata da docenti interni che hanno piena consapevolezza delle lacune dei propri studenti derivanti dai problemi degli anni passati. Inoltre – conclude Moscato – avallerei la possibilità da parte dello studente di iniziare il colloquio orale con un argomento a propria scelta, sviluppato in totale autonomia e secondo le proprie preferenze. In questo modo i membri esterni avrebbero modo di comprendere le reali capacità di esposizione dell’allievo e il livello di maturità raggiunto. Il metodo attuale che prevede l’estrazione di un documento è troppo legato alla casualità”. 

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