Nasce il Comitato Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso

Le ultime novità Le stime sul lavoro sommerso in Italia, riportate nel Piano nazionale per la lotta al
lavoro sommerso 2023-25 (su dati Istat), parlano di quasi 3 milioni di persone coinvolte a vario
titolo (abusivi, irregolari, lavoratori in nero, etc.), pari a un tasso di irregolarità del 12% sulla
forza-lavoro complessiva, un giro di affari che si avvicina ai 200 miliardi di euro. Il fenomeno non
ha connotazione territoriale: solo i “finti” imprenditori sono 130000 in Lombardia, 120000 in
Campania e 110000 in Lazio. Nel lavoro domestico è irregolare il 50% degli addetti per oltre
700000 persone coinvolte. Il fenomeno è purtroppo in crescita da alcuni anni e con i due decreti
ministeriali del 6 aprile 2023 il governo lancia la propria offensiva in contrasto al fenomeno:
l’istituzione di un Comitato Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso
finalizzato, fra l’altro, alla interoperabilità dei sistemi informativi ed il coordinamento fra i vari enti di
vigilanza e controllo nonché alla pianificazione delle attività per il triennio 2025-2028 e l’adozione
del piano per il triennio 2023-2025 che include lo studio di dati granulari sul lavoro sommerso e la
conseguente introduzione di misure dirette e indirette per trasformare il lavoro sommerso in lavoro
regolare rendendo maggiormente vantaggioso operare nell’economia regolare, a cui si aggiungono
azioni di settore volte a favorire l’impiego regolare di lavoratori stranieri in agricoltura anche
attraverso il contrasto agli insediamenti abusivi e la promozione di azioni di politica attiva ovvero
gruppi di lavoro istituzionali e linee guida per operatività e standard abitativi. Per rendere efficace il
piano è previsto che il comitato organizzi anche la formazione degli ispettori neoassunti e la
costituzione di specifiche task force ricordando che al comitato è anche assegnata la
responsabilità di realizzare due obiettivi del PNRR di titolarità del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali previsti nella Missione 5, componente 1, Riforma 1.2, del Piano Nazionale.

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