A darci un’interessante e completa panoramica del futuro del mercato del lavoro, l’indagine compiuta dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro insieme ad Unioncamere, presentata in occasione della XIII edizione del Festival del Lavoro.
“Oltre 1,3 milioni di richieste di personale rischiano di restare senza candidati nei prossimi quattro anni” avvertono i consulenti. A fronte di un fabbisogno di circa 4,3 milioni di lavoratori, potrebbero restare disattese 1 milione e 350 mila ricerche di personale per assenza di candidati.
“Se di cuochi e camerieri si è a lungo parlato, questi rappresentano una quota importante (23%) di un fenomeno che è però molto diffuso tra altri profili: operai specializzati nell’edilizia, conduttori di mezzi di trasporto, tecnici dell’ingegneria. Peraltro, il carattere delle assunzioni legate al periodo estivo, con alta incidenza della filiera turistica, rischia di dare una visione alterata di un deficit di offerta molto più strutturale di quanto non fosse pochi anni fa”.
Un dato rilevante è l’assottigliamento della fetta di italiani pronti al lavoro (-838mila persone attive di 15-64 anni tra 2018 e 2021), dovuto anche allo sfavorevole quadro demografico.
“Si evidenziano già significative carenze, sia sul fronte dell’offerta di laureati, dove ne mancherebbero all’appello ogni anno circa 47mila, un valore pari al 19,7% del fabbisogno, che sul fronte dei diplomati provenienti dalle scuole di formazione professionale, dove il gap sarebbe ancora più elevato sia in termini assoluti (mancherebbero più di 50 diplomati all’anno) che relativi (il 40% dei diplomati richiesti)”.
Dati non incoraggianti, dei quali eravamo in buona parte al corrente, che ci portano ad intensificare ancora di più il nostro impegno per soddisfare le esigenze di tutti i protagonisti del mercato del lavoro.
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